Struttura Megalodon

ll Megalodon, è prodotto dalla INNERSPACE SYSTEMS CORP, con sede negli USA, è un rebreather a circuito chiuso (CCR) che viene prodotto in due versioni principali:

  • APECS : E-CCR un rebreather a circuito chiuso a controllo elettronico
  • COPIS : M-CCR un rebreather a circuito chiuso a controllo manuale.

Noi per scelte personali ci occupiamo di esporre, analizzare e descrivere solo la Versione APECS a controllo elettronico.

VERSIONE APECS

Quanto sotto riportato, è frutto di 9 anni consecutivi di immersioni con il meg, (dal 15 marzo 2007) nella configurazione standard, e nella configurazione Mini-meg con filtro radiale; si precisa che in commercio esistono altre configurazioni, che qui volutamente non vengono descritte ed esaminate in quanto non provate direttamente.

Si tratta di un rebreather a circuito chiuso, a controllo elettronico della Po2 (vuol dire che la macchina è in grado di leggere la pressione parziale dell’ossigeno che è presente nel circuito in ogni momento dell’immersione e di mantenerla costante, aggiungendo automaticamente quantità prestabilite di ossigeno, man mano che questa diminuisce per il consumo metabolico del corpo durante l’immersione).

L’ossigeno viene immesso automaticamente attraverso una valvola solenoide, comandata dall’elettronica stessa della macchina.

Il meg è un rebreather, molto versatile e robusto, lo analizziamo prima pezzo per pezzo, per poi valutarne le caratteristiche di insieme.

IL CANISTER

 Il canister è un cilindro di alluminio aeronautico completamente anodizzato ed estremamente resistente e leggero, lavorato con macchine a controllo elettronico per aumentarne la precisione e diminuire le tolleranze.

Il diametro interno è costante in tute le versioni pari a 167 mm ( per permettere l’intercambiabilità della “testa” mentre l’altezza interna varia, nella versione Mini è pari a 350 mm mentre nella versione standard è pari a 450 mm.

Sulla parte superiore del canister sono avvitati n.4 ganci in acciaio inox che hanno funzione di assicurare in modo stabile la testa al cilindro, mente le “slitte” porta bombole ed il kit per il fissaggio della piastra del Jacket sono fissati con delle fascette.

IL CESTELLO

All’interno del Canister in alluminio vengono inseriti, la “trappola” per acqua ed umidità ed il Cestello che contiene il materiale assorbente per il fissaggio della CO2, il cosiddetto filtro.
La trappola per acqua ed umidità non è nient’altro che un cilindro di plastica, forato e fessurato, che all’estremità inferiore ospita una serie di anelli di materiale idroassorbente, e che distanzia il cestello dal fondo del Canister.

Il cestello invece non è nient’altro che un contenitore porta materiale assorbente.
Il Megalodon offre la possibilità di scegliere fra due differenti tipi di cestello:

  • Assiale
  • Radiale

Analizziamo cosa sono, come sono fatti e, secondo il nostro parere, i pregi e i difetti dei due sistemi.

Cestello assiale

È un cilindro in policarbonato rigido trasparente, completamente aperto sul lato inferiore, chiuso e con un foro centrale nella parte superiore.

All’interno (sul lato superiore) viene è posizionato un disco sempre in policarbonato rigido sulla quale è posizionata una rete metallica a maglie molto fini, che ha lo scopo di non far uscire il materiale filtrante dal foro superiore.
Il cilindro è chiuso in una staffa metallica leggera che ha lo scopo, di fare da perno al tappo inferiore di chiusura del filtro, che non è nient’altro che un disco come quello precedente al quale è stata attaccata una molla.

Pregi: Economico, sicuramente il più usato, sicuro, non richiede di prestare particolare attenzioni al filtrante con il quale si riempie.

Difetti: Delicato, permette una minore ottimizzazione del materiale assorbente, nel caso di allagamento grave della macchina, potrebbe impedire il passaggio dei gas.

Cestello Radiale

È una piccola meraviglia di ingegneria e di costruzione, è costituito da due cilindri concentrici in acciaio inox perforato, il tutto chiuso nella parte alta da un disco in plastica dura e resistente forato centralmente, e sul quale è posizionata anche una maniglia, mentre nel lato inferiore la chiusura del cilindro è garantita da un altro disco in plastica dura con chiusura a baionetta e molla interna di compressione del materiale filtrante.

Pregi: Estremamente resistente; comodo da gestire; permette un migliore e totale sfruttamento del materiale assorbente aumentandone durata e prestazioni a parità di quantità; anche con il canister parzialmente allagato, permette al filtrante di lavorare per la parte che rimane fuori dall’acqua.

Difetti: Molto più costoso, necessita di una cura molto più maniacale nella preparazione del materiale filtrante, che prima di essere messo nel cestello deve venire accuratamente setacciato e pulito dalle polveri che lo compongono in quanto, il cestello, avendo una grande superficie di contatto con gli spazi aerei liberi all’interno del canister, permette a queste di uscire dal cestello molto più facilmente ed entrare direttamente nel Loop respiratorio, creando grandi problemi alla respirazione stessa.

ELETTRONICA APECS 2.7 electronics PacKage

L’elettronica del Megalodon è molto semplice e diretta.
Intanto bisogna dire che si tratta di due elettroniche totalmente indipendenti, gestite esternamente da due “pendent” o “handset”.

L’elettronica principale è visualizzata sul pendent di sinistra, l’elettronica secondaria, sul pendent di destra, o sul HUD.
Nella Versione standard il Megalodon non prevede un sistema integrato per il calcolo della Deco, è possibile averlo su richiesta, e la INNERSPACE SYSTEMS CORP ha perseguito la scelta di non sviluppare un sistema proprietario, ma di affidarsi ad un computer subacqueo tecnico di alto livello, lo Shearwater Research, nella versione Predator.

L’elettronica principale: FUNZIONI PRINCIPALI

  • Set Point (menù operativo):permette di intervenire sul controllo del Set-Point
    Si ha la possibilità di cambia velocemente, prima o durante l’immersione i seguenti set-point: MAN, 0.5, 0.7, 1.0, 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, ASP
    MAN : permette di gestire il Rebreather in modo manuale, trasformandolo in pratica in un “M-CCR”
    ASP : Auto Set Point progettato per gestire le discese veloci, mantiene costante la PO2, a fine discesa, raggiunta la quota di fondo, bisogna poi selezionare un set-point fisso
  • Oxy Injet (menù operativo)
    Si ha la possibilità di cambiare gli intervalli di iniezione dell’ossigeno da parte del solenoide, si può scegliere fra 4-5-6-7-8 secondi ed ha lo scopo principale di ottimizzare il tempo di omogeneizzazione dell’ossigeno nel circuito al fine evitare eventuali picchi di PO2 .
  • System Monitor: è un menù di controllo del rebreather, verifica istantaneamente la carica delle batteria dell’elettronica principale, e verifica la “tensione” dei 3 sensori i mv (millivolt).
  • Temperature: è un menù di controllo del rebreather, verifica istantaneamente la temperatura esterna dell’acqua e la temperatura interna del canister.
  • Calibrate (menù operativo): è il menù di calibrazione dei sensori ad ossigeno, permette di calibrarli in riferimento all’altitudine, alla percentuale di ossigeno esatta, e permette di allinearli fra di loro

Ci sono poi altri menù specifici, che adesso non intendiamo descrivere ma che è possibile visionare sul sito della IS, nel reparto manuali.

L’elettronica secondaria FUNZIONI PRINCIPALI
L’elettronica secondaria ha solo menu di controllo e non ha menù operativi, quindi a differenza della primaria non ha il menu di SET-POINT ne quello di OXY INJECT, l’unico menù operativo è quello di calibrazione.
Questo vuol dire che non è possibile intervenire sulle impostazioni del rebreather dall’elettronica secondaria. Tutti gli altri menù sono uguali fra primaria e secondaria.
I dati di PO2 letti dell’elettronica secondaria oltre che sul display a pendent , sono inviati e possono essere letti anche sul Visore HUD.

H.U.D. (Heads-Up-Display)

L’HUD o meglio Heads-Up-Display è un Led luminoso multicolore che viene fissato tramite una staffa vicino al “boccaglio” dal lato destro, molto ben visibile quando siamo in immersione.
A seconda del colore e del numero di lampeggi, l’HUD mostra la PO2 istantanea presente nel circuito per ciascuno dei tre sensori, ( o meglio le elettroniche leggono i tre sensori, scartano il valore eventualmente più discostato, e fanno la media dei valori più simili); la lettura visualizzata è quella rilevata dall’elettronica secondaria.
Questo ci permette di tenere sempre sotto controllo in qualunque momento la Po2 puntuale, senza dover obbligatoriamente accedere ad uno dei due pendent.

Colore PO2 letta Tipo di lampeggio Numero di lampeggi Eventuale allarme
rosso < 0.5 veloce intermittente Avviso di miscela ipossica nel circuito
rosso 0.5 breve 5
rosso 0.6 breve 4
rosso 0.7 breve 3
rosso 0.8 breve 2
Arancione 1 breve 1 Messaggio di calibrazione O2
Verde 1.1 breve 1
Verde 1.2 breve 2
Verde 1.3 breve 3
Verde 1.4 breve 4
Verde 1.5 veloce intermittente Messaggio di miscela iperossica nel circuito

È un sistema di lettura della PO2 comodo intuitivo.

Nota bene: Unica pecca, a mio esclusivo e personale parere, che comunque può essere facilmente migliorata, è dato dal segnale di Emergenza IPEROSSIA.
Sempre secondo me, il colore di lampeggio dovrebbe essere Rosso e non Verde, perchè mentalmente Rosso è Male – pericolo – problema, e attiva immediatamente un allarme mentale che innesca tutte le procedure di verifica o di emergenza, mentre il verde è normalmente un segnale di OK, di via libera di bene, e dato che l’iperossia, genera stordimento e stato di confusione, non è facile, o meglio è quasi impossibile riconoscere il problema solo dal cambio di intensità del lampeggio, soprattutto in una reale emergenza dove i tempi sono estremamente corti.

LA TESTA
La testa del meg è un apparato che chiude in modo emetico la sommità aperta del canister. 

Nella testa sono alloggiati:

  • Due pacchi di batterie indipendenti, uno che alimenta l’elettronica principale ed uno che alimenta l’elettronica secondaria.Tutti e due i pacchi batteria sono chiusi all’interno di due scatole completamente stagne; sulla sommità di ciascuna scatola c’è un interruttore ON/OFF per l’accensione del rebreather.
  • Un contenitore stagno nel quale è alloggiata la parte elettronica vera è propria del sistema, con all’interno le schede ed i cip necessari al funzionamento
  • Una valvola solenoide per gas ad alta pressione per l’immissione controllata di ossigeno nel circuito
  • Una slitta in plastica dura, sulla quale sono alloggiati n.3 sensori O2

Sulla sommità esterna della testa ci sono due fori ai quali è presso fusa una ghiera filettata (maschio) alla quale saranno avvitati i corrugati.

Dal foro centrale uscirà il circuito di inspirazione, mentre dal foro laterale “entrerà” il flusso di espirazione.
Dalla sommità della testa partono 3 cavi elettrici speciali, due dei quali terminanti con i Pendent, quello dell’elettronica principale e quello dell’elettronica secondaria e il terzo cavo è quello dell'(HUD).

I SACCHI POLMONE
I sacchi polmone standard sono due, separati fra di loro, sono anteriori e posti sul torace alto del subacqueo.
Possono essere confezionati in Cordura o in neoprene.
Sono in commercio altre tipologia di polmoni, per esempio quelli detti MANTA, che sono posizionati posteriormente sulle spalle del subacqueo, ma non avendoli mai usati non ne parlo.

Il sacco polmone destro è il sacco di inspirazione, ed è collegato tramite un corrugato al foro centrale della testa del rebreather, nel qual passa la miscela pulita, appena filtrata. Sul sacco di inspirazione è posta la valvola di immissione manuale dell’ossigeno.

     
 

 

 

Il sacco polmone sinistro è il sacco espiratorio ed è collegato tramite un corrugato al foro laterale sx della testa del rebreather, nel quale passa la miscela appena espirata, quindi ricca di anidride carbonica, diretta al cestello di filtraggio.

Sul sacco di espirazione è posta la valvola di immissione manuale del diluente, una valvola di scarico di sovrapressione e l’ADV ( che è la valvola di immissione automatica del diluente).

Le valvole di carico manuale e la valvola di scarico sono molto semplici in quanto sono identiche alle valvole di carico e di scarico delle mute stagne.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTENZIONE: Nonostante la loro semplicità le valvole di carico devono essere sempre e costantemente manutentate, devono essere sostituiti gli o-ring e lubrificati i pistoncini, soprattutto quella di immissione dell’ossigeno in quanto l’ossigeno tende a deteriorare molto velocemente i componenti interni della valvole.