Trimix Diver

Perché il trimix?
Ormai tutti sappiamo che il pericolo maggiore dell’ immersione subacquea con autorespiratori è, dopo l’irresponsabilità di chi s’immerge, la narcosi da azoto.
La Narcosi da azoto (N2) è la causa scatenante della maggior parte degli incidenti subacquei che avvengono a profondità superiori ai 30 metri.
La caratteristica essenziale della narcosi è quella di non lasciare tracce documentabili della sua “visita”.
Moltissimi incidenti, quali PDD, sovradistensioni polmonari, annegamenti, esaurimenti d’aria, sono innescati dalla narcosi, ma nessun patologo è in grado di certificarlo ed è questo modo insidioso di comparire, colpire e sparire senza lasciare traccia, a rendere la narcosi da azoto uno dei peggiori nemici di ogni subacqueo.

L’unico modo per limitare l’insorgere della narcosi è quello di evitare la respirazione dell’azoto a pressioni parziali superiori a 3,16 bar; questo risultato può essere raggiunto solo in due modi: evitando di fare immersioni a profondità superiori ai 30m, o sostituendo una parte dell’azoto presente nella nostra miscela con un gas inerte che non provoca narcosi: l’elio (He).

Da qui nasce l’esigenza di immergersi (per affrontare “immersioni profonde”) respirando una miscela ternaria di ossigeno, azoto ed elio, in modo da poter mantenere le pressioni parziali di O2 e N2 rispettivamente sotto 1,6 e 3,16 bar.

ENTRY LEVEL TRIMIX: Questo corso fornisce l’addestramento e l’esperienza necessari per utilizzare con competenza, e in totale sicurezza, miscele (normossiche) che contengono elio, per immersioni che richiedono soste di decompressione, utilizzando miscele di nitrox e/o ossigeno puro durante la decompressione ad una profondità massima di 60 metri.

ADVANCED LEVEL TRIMIX — L’ULTIMA FRONTIERA — (in collaborazione con professionisti della subacquea)
Questo corso fornisce l’addestramento e l’esperienza necessari per l’utilizzo di miscele (ipossiche) che contengono elio, per immersioni che richiedono soste di decompressione, utilizzando miscele di nitrox e/o ossigeno durante la decompressione ad una profondità massima di 100 metri.